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Radiografia dell’autorità ecclesiale (La sponsale).
Sesto anello egoisticale: il monopolio del potere. Monopolio
sacramentale. Monopolio sessual-sponsal-coniugale.

Il piacere è esclusivamente finalizzato alla vita da conservare
e da trasmettere. Funziona dunque da mezzo posto
esclusivamente al servizio della vita, che permane il suo
unico fine. Mezzo e fine Dio li ha congiunti e ne ha affidato
l’ordinata disposizione all’amore sacrificale. Proprio
quella disposizione, l’amore egoisticale non l’ha rispettata.
Il mezzo viene distolto dal fine e quindi disgiunto. Il
mezzo lo trasforma in fine e il fine o viene eliminato o
viene emarginato. Due opposti disegni:
a) Nel divino: la persona mangia per vivere e la persona
pone il suo sessuare per trasmettere la vita.
b) Nel satanico: la persona vive per mangiare e pone il suo
sessuare unicamente per il piacere, escludendo la vita.
È questa la perversione di un mezzo che diventa fine.
Perversione:
1) Grave fisicamente per la conservazione della vita.
Chi può elencare tutte le malattie provocate dalla
supernutrizione dei genitori e dei figli? Chi può registrare
il logorìo di organi vitali dovuto al superlavoro
cui sono sottoposti? Chi può verificare la nocività di
una alimentazione a base di gustosissimi preparati
sofisticati? Grave moralmente: piano piano si procede
alla divinizzazione della tavola, del cibo e del ventre:
‘Cuius Deus ventre est’. Perversione.
2) Gravissima per la trasmissione della vita: il piacere
sessuale fatto fine a se stesso opera la eliminazione
della trasmissione della vita e quindi della vita stessa.
Può assumere forme diverse. Facciamo parola
delle più vistose. Dobbiamo parlare accuratamente
di ognuna per sollecitare il rifacimento di una
coscienza disfatta. Possiamo però solo indicare,
mentre è lo Pneuma che rifà le coscienze.
*) Quando la vita viene scartata all’inizio, abbiamo la
masturbazione o peccato solitario. Solitario perché la vita
non si può trasmettere da soli. Può essere scartata col peccato
liberamente solitario. Lo si può fare in due modi:
a) Facendo azione carezzevole sul proprio corpo
b) Stringendo fortemente le proprie membra per farne
sprizzare piacere sessuale.
Compare qui il sadismo sessuale soggettivo. Può essere
scartato col peccato forzatamente solitario: non lo si vorrebbe
tale, ma l’altra parte, col suo rifiuto, lo fa per forza solitario.
L’uomo non sposato per piegare una donna al suo volere
piacerale fa uso di ogni sorta di blandizie. Se la donna non
acconsente, lui passa bruscamente alle minacce. La donna
risolutamente lo sfida. È questo che lo porta all’uso della
forza che inizialmente non riesce a piegare la sua volontà. La
forza volge ben presto in violenza sessuale (è lo stupro). La
immobilizza, la strazia, la tortura, per godere sadicamente
delle sue espressioni supplicanti pietà e compassione. In
questo scenario l’uomo consegue il suo massimo piacere
sessuale. Ma non si accontenta di questo, perché passa alla
punizione della sua resistenza con un gesto che fa da segno
al delitto peccaminoso che sta compiendo interiormente:
l’amore condannato alla morte. Vuole la fine di quella sfrontata.
L’afferra per la gola, la chiude in una morsa di ferro,
fino a che gli occhi sbarrati della vittima non gli dicono che
adesso la può mollare, per correre di filato a darsi un suo
alibi per sfuggire alle indagini della giustizia. Cose orribili
che non si dovrebbero neppure narrare (nefande), ma che ci
possono muovere a una angosciata richiesta: donde vengono
queste orribili mostruosità? Presente e operante in ogni persona,
c’è un solo gestore: è l’amore egoisticale che nel settore
sessuale genera i peccati più mostruosi. Da quel che fa
fare si palesa quello che è: morte viva dell’amore Paterno è
generatore di morte, mai di vita.

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