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Radiografia dell’autorità ecclesiale.
Sesto anello egoisticale: il monopolio del potere.
Monopolii sacramentali:
*) Il monopolio assolutivo.
Impulsi velatamente egoisticali emessi da pseudo doveri,
a usare mezzi coercitivi per non lasciar peccare.

Alla libertà di peccare vanno posti gli stop verbali: ammonizione
a non peccare.
Pure l’autorità ecclesiale ha fatto questo.
Ma constatata la loro inefficacia, per l’ostinato perdurare
del peccare dei cristiani, è passata facilmente agli stop
coercitivi: impedire moralmente o fisicamente di peccare.
Da dove è venuta la spinta a fare questo?
Da impulsi velatamente egoisticali emessi da pseudodoveri
ingannevoli indotti dalla egoisticità.
Ecco la natura degli impulsi:
1) Il perdurante peccare dei cristiani ha sapore di affronto
all’opera salvifica della Chiesa, che ritenne suo dovere
raccogliere la sfida, e per non soccombere mette mano
ai mezzi coercitivi. Gesù pure raccoglie la sfida della
sua Chiesa ladra e assassina (parabola dei perfidi
vignaioli) ma la conduce sacrificalmente: si lascia da
essa sacrificare. Gesù vince perdendo, mentre la Chiesa
perde vincendo. Non ha seguito il Maestro.
2) Sente suo dovere affermare e dimostrare la sua capacità
santificatrice; non c’era modo più efficace che impedire
ai suoi figli di peccare. Sono in molti a fare un
bilancio consultivo della sua opera e giungono a questo
giudizio: che cosa hanno cambiato 20 secoli di cristianesimo?
Ad esempio: la morte permane nella Chiesa il
nemico numero uno dell’umanità.
3) Sente suo dovere adornarsi di una qualità tale (la sua
santità) da riscuotere attenzione, stima e rispetto e una
conseguente calamitazione generale. Coi mezzi coercitivi
non c’è arrivata, tanto che ai giorni nostri sono
alquanti i cristiani che si orientano verso le religioni
orientali asiatiche.
Invaghita della sua santità ce l’ha data da credere:
‘Credo la Chiesa una e santa’. Era più veritiero farci
dire: credo la Chiesa peccatrice santificabile: credo che
può essere santificata.
Inoltre ha adoperato la nota della sua santità come prova
della sua origine divina.
Ma la sua origine divina la dimostra meglio con la nota
negativa: l’essere peccatrice. Lo è perché Padre e Figlio,
nella loro rispettiva Chiesa Paterna e Figliale, amano
lasciarsi sacrificare, ed è col loro sacrificale ecclesiale che
operano la salvezza.
Per quel sacrificale la Chiesa è peccatrice. Questi sono gli
impulsi velatamente egoisticali che l’hanno spinta ai
mezzi coercitivi. Egoisticità che si è data pseudo-doveri.
Un velo che viene squarciato dal comportamento dell’autorità
ecclesiale.
Impegnata a non lasciar peccare i sui figli, ma non altrettanto
impegnata a non peccare lei.
Il suo peccare l’ha sempre tenuto accuratamente nascosto,
coprendosi di santità solo appariscente, mettendo mano
alla finzione. Si finge santa, ma sotto è peccatrice.
Quando poi il suo peccare si fa palese, allora ha fatto
autentiche acrobazie per giustificarlo o negarlo.
Gesù è santo per quel potere sacrificale che ha impiegato.
La Chiesa si finge santa per esercitare il suo potere di
dominio spirituale.
Tentazione cui soccombe ogni autorità religiosa e la vecchia
e la nuova. Proprio come faceva l’autorità ebraica.
Soggiogava la gente confezionando pesi gravi e insopportabili
e imponendoli loro.
Essi non li muovevano neppure con un dito. E si fingevano
santi maestri.
Atteggiamenti consequenziali da assumere: non priviamo
nessuno di una stop verbale. Neghiamoci gli stop coercitivi
e disponiamoci all’accettazione di quel sacrificale che
ci viene dall’altrui peccare.

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