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Radiografia dell’autorità ecclesiale.
Sesto anello egoisticale: monopolio del potere.
Monopolii sacramentali: monopolio assolutivo: uno
sguardo riassuntivo.

Il peccato può andare in due direzioni:
1) Talora si pecca contro la persona: allora devo mettere
mano alla correlazione personale, o intertestimoniale o
interecclesiale. Se il peccatore non si pente e non si ravvede,
allora io gli faccio dono del mio amore sacrificale:
mi lascio peccare e con questo io mi assolvo dall’odio
che mi ha fatto scoppiare.
2) Sempre si pecca contro Dio. Due momenti:
a) Il farsi istintivo: è il peccare. Il sentire che mi si fa
al tocco piacerale, me lo sciolgo dicendomi di no
alla presa. Il sentire che mi si fa al tocco inimicale,
me lo sciolgo dicendomi di no all’odio vendicativo.
b) Il suo compiersi cosciente: è il peccato compiuto.
Col dolore me lo faccio solubile. Poi mi sciolgo il
peccato di morte dell’amore trasformandolo in vita.
Mi sciolgo il peccato di comunione: meale, creaturale,
cosale, trasformandola in comunione di vita.
Con che cosa sciolgo e trasformo? Unicamente col sacrificale.
E precisamente mi sciolgo il peccare col sacrificale
che mi do: attivo. Mi sciolgo il peccato col sacrificale
che accetto: il passivo. Qualsiasi sacrificale può concorrere
alla mia assoluzione: l’inimicale, il bellico, il fisico, il
cosmico. Un terremoto come quello in Turchia con
migliaia di morti, feriti, case distrutte, industrie danneggiate,
epidemie incombenti. Dio non poteva darci un pia-
neta più ospitale, meno arrabbiato e meno isterico? Ma
proprio il Padre l’ha voluto così, per immissione potenziale
nella forma piccolare data al corpo animato. Inoltre il
Padre quel sacrificale terremotale l’ha voluto come segno
profeticale, che ci vuol dire: ‘se non vi convertirete, in
massa perirete’. Tutto il sacrificale può assolvere, a condizione
che lo viviamo alla maniera divina: con devoto,
silenzioso amore sacrificale. Poiché è capace di assolvermi,
gli devo riconoscere un potere: il potere assolvente o
assolutivo. Potere personale, che funziona solo in mano
mia. Non è delegabile. Proprio quello che la Chiesa ha
fatto. È giunta l’ora in cui tale potere può far ritorno dal
suo proprietario. Ritorno di iniziativa pneumatica. Si serve
degli stessi cristiani. Fra noi è scoppiata la crisi del fideato.
Il vecchio peccato (offesa fatta a Dio disobbedendo alla
sua legge) sta crollando. Nel crollo trascina con sé: dolore,
pentimento, confessione, assoluzione, monopolio assolutivo;
e il sacerdote, operatore comune del monopolio
viene a trovarsi con le mani in mano. Da noi si fa un parlare
continuo della crisi della confessione. Una crisi fa
spalancare gli occhi, ma in quale direzione?
1) Sul passato: per rimpiangere i bei tempi confessionali?
Tempo sprecato.
2) Sul presente: per riscoprire la confessione e riesumarla?
Vano tentativo.
3) Sul futuro: giusta direzione.
Nei tempi messianici Gesù annuncia: ‘Ecco faccio nuove
tutte le cose’. Nei tempi nostri che sono pneumatici è lo
Pneuma che dice e fa: ecco, faccio nuove tutte le cose:
peccato, confessione, confessore, assoluzione. Vi riporto il
potere sacrificale assolutivo. Due i possibili atteggiamenti:
o chiusura, o apertura.

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