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Radiografia dell’autorità ecclesiale.
Sesto anello egoisticale. Il monopolio del potere.
Monopolii sacramentali. Monopolio assolutivo.
Il sacrificale è trasformativo; ed è anche assolutivo?
 Trasforma la morte dell’amore in vita.
Trasforma anche la comunione?
Dalla prima Paterna alla seconda Figliale.
In soccorso alla Paterna, ecco la seconda: la Figliale.
Può il Figlio fare comunione con la persona? Il potere
comunionale lo consegue col suo sacrificale crociale, vissuto
alla maniera divina. Lo consegue con la sua metamorfosi
pneumatica: si fa irradiabile nel suo Spirito: può farsi
in raggi indefiniti. Ma quale irradiazione?
1) Ve ne è una sostanziale: cui consegue una comunione
sostanziale. Si ha quando la sostanza del raggio divino si
dà da vivere con un atto concezionale. Tale è la Paterna.
2) Ve ne è una morale: cui consegue una comunione
morale o accidentale. Si ha quando il raggio divino
influisce sul modo di vivere della persona, fino a farla
entrare in comunione con Lui. Tale è la Figliale. Con
che cosa la promuove?
Con la Parola: annunciata (dagli evangelizzatori), ascoltata
(dagli ascoltatori), creduta da chi gli si apre e la fa sua
(dai fideati) e vissuta (da chi la immette nel proprio agire).
Dunque con la: fede operosa, si costruisce la comunione
morale. La quale è: personale: è il Figlio che la realizza
con me (per fidem), e sono io che la realizzo con Lui (per
operositatem fideatam). Non solo, ma è pure ecclesiale: i
moralmente irradiati, Gesù se li unisce a sé e fra di loro.
La irradiazione è sempre ecclesiazione.
Sentirlo di qui non è facile, ma lassù lo vivremo gioiosamente.
La Chiesa infatti è comunione terrestre prima,
celeste poi. Quali le qualità della comunione morale?
Insolubile o solubile? La Paterna sostanziale non si scioglierà
mai più: né in vita, né in morte; né in cielo, né negli
inferi. Ma la Figliale è solamente morale, e quindi solubile.
La sua solubilità non la deduciamo dalle comunioni
umane che sono tutte solubili: la amicale, la genitoriale, la
figliale, la parentale. La sua solubilità la deduciamo oltre
che dal Vangelo (allegoria della vite e i tralci) da quei
fenomeni che sono in atto nella Chiesa Figliale oggigiorno.
Sono molti i cristiani che si chiamano fuori dalla
Chiesa: il Cristo sì, la Chiesa no. Si chiamano fuori pure
dalla casa della Chiesa. Lo dicono i vuoti domenicali, mai
visti come ora.
La Parola è disattesa, non più creduta, non più vissuta. Il
peccare scorre tranquillamente in tutte le forme, senza più
l’insorgenza del pentimento. A sua volta la mancata operosità
cristiana va spegnendo la fede. È in atto il disfacimento
della comunione ecclesiale, conseguenza dell’esaurimento
della comunione personale. È in atto la crisi della
comunione Figliale. Quale soluzione? Una indicazione
ricorrente: riscopriamo la fede, torniamo alle radici cristiane
dell’Europa. Ma una crisi, e questa è da crescita
vertiginosa egoisticale della persona moderna, non si
risolve col vecchio fideato, ma con un qualcosa di nuovo.
Quale nuovo? Non più il fideato, ma il Visuato Paterno,
che è già comparso come un’alba sull’orizzonte dell’umanità.
È quello che fa poi visualizzato il Figlio. Alla morale
succede una nuova irradiazione: la sostanziale, da secoli
presente nell’anelito Figliale. Sarà comunione Figliale
sostanziale salvifica della comunione sostanziale Paterna.

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