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Radiografia dell’autorità ecclesiale (La sponsale).
Sesto anello egoisticale: il monopolio del potere.
Monopolio sacramentale.
*) Monopolio sessual-sponsal-coniugale.

Il potere sessuale ora l’ha in mano l’amore egoisticale e lo
gestisce per istinto, cui la razionalità viene prontamente in
soccorso. L’amore egoisticale è bramoso di una sola cosa:
di piacere. Non trascura quello spirituale, ma va pazzo di
quello sensibile. Due ne ha a sua disposizione: l’alimentare
e il sessuale. Due piaceri affini, perché si muovono
ambedue nel campo del sensibile. Somiglianti assai. Anzi
così bene collegati, che l’uomo del senso (sensuale) coltiva
l’uno e non trascura l’altro.
Vanno a braccetto. Ma il primato l’ha sicuramente il sessuale.
Supera immensamente l’alimentare per la sua forza
di attrazione, per la sua intensità di godimento e per la soavità
del piacere. È a questo che volgiamo la nostra attenzione.
Non occorre darne accurata e minuziosa descrizione.
È più che sufficiente rilevare i successivi momenti
salienti di quel piacere.
In partenza abbiamo sempre la forza di attrazione sessuale,
che dà il via alla grande esperienza coniugale. Eccone
le fasi concatenate: accostamento carezzevole, abbraccio
possessivo, infusione corporale, effusione seminale. Il
tutto si volge sull’onda del piacere sessuale.
La coppia si immette mutualmente in uno stato di vera
estasi carnale, così densa e intensa da abbandonare
all’amara desolazione quando alla sua conclusione si fa
ritorno alla normalità della vita.
È l’estasi coniugale. Se la danno l’uomo e la donna.
L’estasi coniugale è chiusa in se stessa o il Creatore l’ha
collocata nel novero dei segni profeticali?
È veramente segno profeticale di un’altra estasi superiore
immensamente: è l’estasi divina. Ambedue operano lo
stesso movimento: la fuoriuscita da se stessi e la immersione
nell’altro; ma la loro diversificazione è tanto grande
da essere incommensurabile: non si può misurare. Come
fa Dio a dare l’estasi a una creatura che ha percorso un
lungo cammino di santificazione?
Occorre dire che il cammino di perfezione non necessariamente
porta all’estasi divina. Permane un dono gratuito che
Dio elargisce a taluni in terra, per annunciare lo stato estatico
riservato ai beati celesti. Come si svolge? Dio fa uscire da
se stesso il santo, in modo che la realtà presente scompare
alla sua vista corporale e spirituale. Lo immerge nel fascino
della sua divinità e lo fa talmente beato che la sua beatitudine
non la si può né esprimere né descrivere. Quando ne esce,
lo coglie un senso di profonda tristezza. È così già avviato il
raffronto fra le due estasi: la divina e la coniugale.
1) La divina innalza, la coniugale abbassa.
2) La divina eleva lo spirito fino a Dio, la coniugale fa
sprofondare nella carne.
3) La divina è sommamente appagante in una felicità
perenne, la coniugale è insaziabilmente esigente.
4) La divina è immersione in una felicità perenne, la
coniugale alla sua conclusione lascia adito a una sconsolata
amarezza.
L’estasi coniugale è il motore di tutti i movimenti sessuali.
Il rinnovo bisettimanale del rapporto sessuale viene
facilmente forzato per una maggiore frequenza. La facile
e frequente variazione del partner ha la sua spiegazione in
un’estasi che si è affievolita. Chi più fa estatico coniugalmente,
più viene preferito: l’estasi coniugale, come segno
profeticale, dovrebbe disporsi in direzione di quella divina.
Invece vi si oppone sfacciatamente, e anziché disporla
in direttiva di quella divina, se ne allontana sempre più,
per opera delle nuove generazioni, le quali hanno modi e
mezzi per procurarsene un’altra apparentemente migliore,
mediante l’estasi drogale: li fa uscire da se stessi per
immettersi falsamente in uno stato paradisiaco generatore
non di vita, ma di morte.

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