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Radiografia dell’autorità ecclesiale.
Sesto anello egoisticale. Monopolio del potere. Monopolii
sacramentali.
*) Monopolio sessuale, sponsale, coniugale.

Il potere sacrificale, disponibile per tutti i discepoli di
Cristo, condensato nel suo Spirito di amore sacrificale, lo
si va componendo man mano lo si erige in coscienza
(conoscenza convinta).
A questo potere è demandata la direzione di ogni altro
potere umano. Ce n’è uno che è presente in tutti e che presiede
allo sviluppo del genere umano: è il potere sessuale,
pronto a diventare sponsale e coniugale.
Ne parliamo perché è un potere letteralmente impazzito.
Queste sono le sue prerogative:
1) È un potere generativo: può avviare un altro essere
somigliante in natura: il figlio.
2) La persona non può darselo e non può prenderselo,
anche nel caso che la coppia umana sia termine ultimo
di evoluzione di coppia animale, come può essere la
scimmia. È esclusiva dotazione divina.
3) È un potere personale: suddiviso fra due: maschio e
femmina. Impotente nel singolo, potente in coppia.
4) I due poteri convergono e si coniugano su chiamata
vicendevole. Richiamo forte, che Dio ha collegato a
segni fisici e psichici fortissimi. Da essi promana una
attrazione, una calamitazione, un fascino irresistibile.
Quando poi il fascino viene ingigantito dalla industria
femminea, allora abbiamo la seduzione.
5) Questa forza di attrazione sessuale l’hanno chiamata:
amore sessuale.
Di che natura è l’amore sessuale? Non è sostanza divina;
non è un raggio divino di amore Paterno. È un puro ingrediente
del potere sessuale. A comprova:
a) L’amore sessuale pur nella sua nuda istintività è presente
pure nella coppia animale. È istintivo pure
nella persona, al suo primo entrare in azione.
b) Nella persona stessa è un potere che col progredire
degli anni va attenuandosi, svuotandosi fino
all’esaurimento. L’amore che va allo spegnimento è
un puro fenomeno legato esclusivamente alla sensibilità
umana.
c) Inoltre, tra i celesti non vi è più traccia alcuna di
amore sessuale. Non si sentiranno più né marito né
moglie, né papà né mamma, a meno che in terra non
abbiano sviluppato una paternità e una maternità
pneumatica, collegata alla vissuta sacrificalità dell’amore.
Per cui l’amore sessuale è un potere
momentaneo, passeggero e esauribile.
È questo l’amore che viene consacrato dal sacramento del
Matrimonio?
Lo fanno supporre le espressioni liturgiche e le applicazioni
che se ne fanno: ‘Oggi davanti all’altare del Signore
avete consacrato il vostro amore’. Ma è davvero consacrabile
l’amore sessuale?
Consacrare vuol dire: scegliere, separare, riservare, destinare
e votare a una sola cosa o persona. Quindi con la consacrazione
si dà all’amore sessuale una sola destinazione:
riservato solo alla persona scelta, con esclusione di ogni
altra. Se il sacramento avesse a eliminare il fascino di
qualsiasi altro, avremmo la garanzia della sua efficacia
consacratoria. Ma il sacramento non produce una simile
magica azione, ma lascia tutto invariato. L’amore sessuale
conserva tutta la sua multidirezionalità e non lo si può
contenere in una sola monodirezionalità. Per questo
occorre un altro potere che sia capace di tenere a bada
l’amore sessuale nell’unica direzione scelta. E dovrà essere
quell’altro amore a garantire una unità indissolubile nel
tempo. Quale sarà mai l’amore guida?

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